"Scendete in campo e sparpagliatevi" Vujadin Boskov

venerdì, novembre 13

LE AFGANE PAGELLE DEL VENERDI'

la Dinamo scende dal Bolan vestita di tutto punto
Notizie da Kabul? Nell'autunno del 79 si era soliti fare questa domanda appena entrati al bar, ma a parte questo, che non c'entra davvero un cazzo, la Dinamo aspetta tre quarti d'ora una macchinata di virgulti egizi adepti del dio Ra incazzati come delle belve perché in serata pare abbiano girato Milano prima di scoprire che il parco Sempione è stato recintato, che le stecche di viale Argonne non costano più due scudi e che il macellaio kasher di viale Umbria ha chiuso. E dopo tre quarti d'ora la Dinamo ha sucato, ma con onore, quindi sufficienza a tutti, politica.

DINAMO MUJAHEDDIN - RED DEVILS IL CAIRO 3 - 6
(Fabbione, 2 Mariott)

"El Gato" Frenky Toldo: maglia della crescita Gelati Sammontana, si esibisce in scatti felini e balzi felpati, sui gol è pressoché incolpevole, come una coppa oro lasciata al sole.
Mixoud il leone del Panjshir: gli tocca il gagnetto di Rozzano classe 93 e bestemmia finché può, palla bassa in serata, si fa profeta della melina in difesa, striglia i suoi come nel Pashtun.
Stinger Foxi: due rasoiate nel primo fanno tremare le piramidi, il Sinai e il Mossad, ma le munizioni finiscono e ripara nel corridoio del Wakhan in attesa di rifornimenti.
Sufi Magro: trova la calma a livello ascetico, predica la pace in terra e con il nove avversario, prova a girare su se stesso in cerca dell'estasi come i dervisci rotanti, suoi vicini di casa.
Il Drago di Falluja: si fa tutta la fascia manco fosse il Mullah Omar in motorino, prestato alla difesa delle mura di cinta scalda olio bollente e scaglia sassate in avanti al grido di Allah Akbar.
Dani il Marabutto: alle prese con un colosso d'uomo discendente diretto di Tutankamon non ha molte chance, si mette nel mezzo e becca qualcosa, tipo calci spallate ginocchiate e così via.
Khan Khlod: semola al 40%, miglio al 30%, orzo al 10%, sembra la macinatura grossolana del cous cous ma invece è il digestivo della serata, se ti danno un té alla menta è fatta.
Marriott Hotel Kabul: ti apre la portiera, ti prende i bagagli, ti chiama l'ascensore, il concierge dell'albergo più gettonato d'Afghanistan fa quasi tutto da solo, forse la sera cuce palloni, chissà.
Tergi El Cristal: questo umile profugo lavavetri traduce da un antico testo coranico la parola fulmicotone e subito scartabella nel sette la punnella della speranza ma la primavera araba è lontana, ha sbagliato stagione.

i dervisci rotanti, nuovo schema dinamo dalla tre quarti in giù
Va bene così, un vecchio saggio di Herat una volta disse "تازی افغان" che letteralmente significa levriero afgano ma si può anche tradurre con "Non sono queste le partite da vincere". La forma fisica lievita come il pane azzimo, il gioco a tratti è meno tortuoso di una strada sterrata per Kandahar, i mujaheddin resistono, viva i mujaheddin.
Per la cronaca: l'arbitro, Morabito da Capo Rizzuto, ci ha preso in simpatia, una palla è finita nel palazzo di fronte in riscaldamento, un'ora di riscaldamento quindi ci stà, il 2 avversario è il primo rosso di stagione, beaujolais. 

la macchinata incriminata persa in mecenate in una foto d'epoca

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